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Le lettere di Madre Teresa di Calcutta
 
 
E’ di questi giorni, accompagnata da un tempestivo tam-tam mediatico, la notizia di quelle che sono definite le “Lettere” di Madre Teresa, nelle quali la Beata aveva affidato le sue esperienze personali del suo lungo e straordinario cammino nel Cristianesimo.- E così in tanti si sono precipitati a dire la loro, perché il mondo è pieno di coloro che sanno tutto e capiscono tutto e, quindi, possono spiegare tutto ai cristiani allocchi che non capiscono niente.- Lo spiegano, in modo particolarmente ricco di particolari, quando si tratta appunto di rivolgersi ai cosiddetti credenti.-
 
Cosa è accaduto?.- Recentemente sono venute alla luce alcune lettere di Madre Teresa in cui la religiosa sembra dubitare della propria fede.- In una c’è scritto: “Soffro per cercare e non trovo Cristo, per l’ascoltare senza udire”.- E ancora: “Signore, mio Dio, perché mi hai abbandonato? Io ero la figlia del tuo amore, divenuta ora la più odiata, quella che tu hai respinto....”  Commentando le lettere, Giuliano Ferrara, a mio parere uno dei più sfacciati voltagabbana che siano apparsi negli ultimi cento anni, in un suo editoriale su “Il Foglio” ha definito Madre Teresa “un’atea devota”.-
 
Caro Giuliano Ferrara e consimili, a te e voialtri sfugge il particolare che Madre Teresa non era Oriana Fallaci.- Gli atei devoti non credono in Dio ma difendono la civiltà cristiana e il culto; non credono che la fede apra le porte del cielo, ma sono convinti che la religione sia necessaria all’umanità, alla identità culturale dei popoli, alle sue forme politiche e civili.- Nessuno però sino ad oggi si è degnato di spiegare di che cavolo di identità (ripeto: identità) si tratti.- Forse quella tra Greci e Maori? Quella tra Italiani e Lapponi? Oppure quella, forse, tra Spagnoli e Pigmei?.- Ve lo immaginate voi un siciliano che si nutre di grasso di foca o che si mette a dare la caccia ai narvali?.- Oppure un Maori che decide di mangiare spaghetti al pomodoro.- Ma per favore!
 
Andiamo avanti.- Madre Teresa non aveva invece di queste preoccupazioni.- Cercava Dio e trovava il deserto, e soffriva l’aridità, la solitudine, lo smarrimento.- Forse la tormentava l’assenza di Cristo, mentre i magnifici atei devoti non si pongono il problema di Dio, curandosi dei propri effetti storici e civili.-  Madre Teresa non scopriva il Cristianesimo in reazione all’avanzata dell’Islam, come invece accade agli atei devoti, ma al contrario, vedeva il Cristianesimo oscurarsi, eclissarsi e, per conto suo, entrare in “una notte oscura”.....-
 
Io sono certo e dobbiamo essere tutti certi, per dare forma e senso al nostro essere cristiani oggi, che i dubbi di Madre Teresa abbiano attraversato quasi tutti i santi e i sacerdoti, persino i Papi, a volte divorandoli nella carne e nello spirito.-
 
Quando si spalanca l’abisso è difficile chiudere la porta.-
E’ più facile che si volga lo sguardo dall’altra parte, ci curiamo d’altro, viviamo la disattenzione che ne consegue, come una grazia, un sollievo, un pericolo scampato, a riprova della nostra fragilità imperfetta.- Ma è lo stesso abisso che si è spalancato davanti agli occhi di Cristo sulla Croce, davanti a S. Teresa d’Avila che per ben 18 anni ha sperimentato il silenzio di Dio.- E’ lo stesso abisso che si è spalancato davanti agli occhi di S. Francesco d’Assisi, di S. Caterina da Siena, di S. Giovanni della Croce, di S. Giovanni Bosco....e anche il mio e il tuo.-
 
Ma queste cose sono di poco conto, per i progressisti e gli atei devoti che vanno anche a Messa e fanno battezzare i propri figli e li fanno sposare in Chiesa ma che al momento opportuno, fanno tranquillamente abortire le proprie figlie......- Per costoro volgere lo sguardo dall’altra parte vuol dire occuparsi della propria vita, ripiegare sul tempo e sulle sue seduzioni, baloccarsi, gingillarsi tra lavoro, amore, salute, piaceri e affanni quotidiani.- Per i testimoni della Fede invece, distrarsi vuol dire spostare le attenzioni amorose dal cielo alla terra, attraverso l’esercizio della Carità che, essendo la manifestazione dell’amore di Dio, Dio stesso nella carità, accetta tutto, tutto sopporta, tutto ama, tutto crede, e prima proprio coloro che (atei) hanno il diritto di sapere come si fa ad essere cristiani.-
 
E’ ciò che ha fatto Madre Teresa con tutto il suo fardello di dubbi e certezze, amore a Cristo e lamentazioni per la sua assenza.- Lo ha fatto nei nostri anni , davanti ai nostri occhi, anni che si sono decisamente spostati sul piano della Carità, della fratellanza, proprio quando crede di aver sentito meno la presenza del divino e del sacro.-
 
Purtroppo quando smetti di credere alla vita ultraterrena dei corpi e alla immortalità dell’anima, riversi la tua Fede nell’assistenza e nei surrogati terreni dell’immortalità.- Come se la preoccupazione suprema per un credente fosse quello di prolungare questa vita e non piuttosto darle un senso e una proiezione oltre la vita stessa.-
 
Ma attenzione! Non che solidarietà, fratellanza, impegno sociale, amore per la pace, il ripudio della guerra non si addicano ad un credente: solo che la Fede e Carità non prescindono l’una dall’altra.- Mi spiego meglio (almeno spero): il cristiano “adulto” può operare certamente “tutto” senza rinunciare all’una o all’altra virtù per apparire impegnato.....- Il suo obiettivo è l’Amore all’altro.- La solidarietà, la fratellanza, l’impegno, l’accoglienza, senza la Fede sono solo manifestazioni di puro egoismo.- Così non si aiuta l’altro ma solo se stessi.-
 
Ed allora la tragedia di Madre Teresa non riguarda solo lei; riguarda la Chiesa e i suoi sacerdoti, i suoi figli,, credenti e praticanti.- Difficilmente troveremo oggi veri credenti profondamente convinti e mai dubbiosi.- I “mai dubbiosi” sono solo malati di moralismo senza saperlo.-
Agli altri resta un cammino più difficile e tortuoso: più che scommettere sulla presenza di Dio, scommettono al contrario sulla impossibilità di pensarne fino in fondo l’assenza.-
Di Dio, di un disegno intelligente, di ognuno di noi oltre la vita.- Non è possibile accettare una vita, questa vita, priva di senso e di continuità, non riusciamo a concepire che tutto finisca e che ci sia il nulla oltre il buio.-
 
Non possiamo credere che sia tutto un incrocio di atomi e vuoto assoluto, una danza frenetica tra Caos e Caso.....No! Non è possibile
Madre Teresa forse smarrì Dio nella sua “notte oscura”, e sperimentò la paura del buio, l’orrore del vuoto.- Spaventata, chiese di distruggere le sue carte.- Forse non riusciamo più a portare il peso dell’esistenza di Dio, che confondiamo col peso della nostra vita priva di senso, , ma certo non sopportiamo il peso di sentirci suoi orfani.-
 
Ditelo a Odifreddi, Hitchens, Onfray e a tutti gli altri atei giulivi e pubblici bestemmiatori.-
 
E’ difficile credere in Dio? E’ molto più difficile credere al buio.-
 
 
Bentornata in Pparadiso, Madre Teresa! Bentornata a casa tua!.- Ma fa che nessun cristiano sia mai privato in questa vita, della propria “notte oscura”, se veramente hai amato gli infelici e i sofferenti..-
 
 
 
ro.ma
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