Il Suicidio Demografico Italiano
Troppi consumi poche nascite
Non molto tempo è trascorso da quando in migliaia (correggetemi se dovessi sbagliare) sono stati in coda lo scorso 28 maggio, per essere tra i primi ad acquistare l'iPad, appena giunto dagli Stati Uniti, l'ultima creatura della famiglia supertecnologica.-
La tavoletta digitale, con le sue molteplici prerogative, ha catalizzato l'attenzione dei tanti giovani, e non solo, che in piena crisi mondiale e con il peso, sulle spalle, di un incerto futuro, hanno sborsato oltre seicento euro per aggiudicarsi il nuovo oggetto del desiderio.- Ancora una volta abbiamo assistito all'ormai logoro rito della corsa al consumo, pur nella rarefazione delle disponibilità finanziarie, ed ancora una volta dobbiamo chiederci quale sia il livello di soddisfazione da raggiungere, per poter affermare di essere riusciti a toccare il massimo benessere.-
Da tempo, la litania sulla efficacia del mercato globale, sulla capacità produttiva di una società e di un Paese e, ancora peggio, sull'autoregolamentazione (di berluscononiana filosofia ma anche di altri posizionati su altre rive) del mercato, sono divenute sommesse, quasi silenziose.- Il trauma provocato, negli ultimi due anni, dalla crisi delle banche prima e degli Stai europei dopo, ha messo la sordina al flauto magico (stonato, secondo me) dei neoliberisti assoluti , forse non più tanto convinti della dittature del denaro.-
Per molti anni si è divulgata la favola ignobile della mobilità del lavoro, delle possibilità che si sarebbero aperte alle nuove generazioni di poter saltellare da un posto all'altro, da una fabbrica a un centro commerciale, da una società di servizi a d una di trasporti.- La grande illusione propagandata dai grandi illusionisti, falsamente fondata sul dogma della crescita ad oltranza e sull'ottimistica previsione di una scelta continua del proprio lavoro , ha mostrato il suo limite, condannando intere generazioni al precariato e, conseguentemente, ad una vita mutilata del futuro.- La Conferenza Episcopale Italiana ha giustamente richiamato tutti i politici ad un comune impegno per superare questa che è una vera emergenza nazionale che rischia di provocare un “suicidio demografico”.- Questo è l'oggetto e la provocazione di questa riflessione.-
All'occhio attento della Chiesa non è, infatti, sfuggito, il crescente pericolo rappresentato dalla precarietà del lavoro, non disgiunta dalla tendenza all'esagerato consumo di beni e di mode, tendenze che non soddisfano la ricerca del vero benessere e che, al contrario, impoveriscono la dignità umana.- Io non credo affatto che le nuove sfilate di moda di Milano e Firenze di questo o quell'altro stilista, entusiasmino il nostro ricercatore senza un centesimo per la ricerca e che si porta a casa, quando va bene, 800 euro al mese.......
Una modella venuta da chissà dove si porta a casa, mediamente dai 5 ai 6mila euro al mese (netti) ...capricci e strafalcioni linguistici esclusi, perchè questi sono pagati a parte..... Potremmo anche parlare di altre categorie...ma è meglio che parliamo d'altro.-
Per voltare pagina, sarebbe utile un cambiamento di abitudini, a cominciare da quella equazione erronea che identifica la soddisfazione con l'acquisto parossistico di oggetti.- Quando guardiamo, ad esempio, gli anni sessanta, anni mitizzati per via del cosiddetto “boom” economico, constatiamo che il grado di benessere ritenuto soddisfacente era percepito in modo più ridotto rispetto all'attuale: un'auto utilitaria e la ragionevole certezza della continuità del rapporto di lavoro o il reddito sufficiente da una libera professione erano ritenuti uno standard accettabilissimo di tenore di vita (per esserci stati vi assicuro che era proprio così).-
Ai nostri giorni, invece, l'eccessiva premura dei genitori a salvaguardare da ogni difficoltà i loro ragazzi e la prodigalità con la quale provvedono ad esaudire le loro richieste consumistiche, hanno reso i ventenni ed oltre, fragili ed indifesi per una società spesso ostile ed egoisticamente individualista.-
L'allarme lanciato dalla CEI è reale: non si tratta di catechizzare generazioni di consumatori insoddisfatti, ma di cercare piuttosto laicamente o, quanto meno, civilmente il senso della vita.- La crisi economica che continua a strangolare l'Europa, checchè ne dicano i Soloni dell'economia, la quale non è una scienza esatta, ma un'interpolazione di previsioni, tanto è vero che se quarant'anni fa si affermava che il mercato è regolato dalle oscillazioni di domanda/offerta, non si capisce perchè oggi i prezzi di un determinato bene non calino di fronte ad un eccesso di offerta del bene medesimo.......... o meglio...si capisce benissimo.- Se fosse stata viva lo avrebbe capito anche mia nonna....
Dicevamo...la crisi economica che strangola l'Europa, la conseguente disoccupazione, della quale i giovani sono le principali vittime (la percentuale di disoccupati nella fascia di età compresa tra i venti ed i trentacinque anni, ha raggiunto il 29,5%) hanno ribaltato ogni aspettativa per il futuro.-
E' vero che per mettere su famiglia le condizioni appaiono quantomeno difficili, per non dire proibitive, che le strutture pubbliche non sono adeguate ad assistere le famiglie di nuova formazione, in particolare per quanto riguarda l'infanzia, ma accettare passivamente questa situazione comporta la rapida scomparsa della nostra popolazione, lasciando ai soli immigrati il compito di fare figli.- Questi ultimi, infatti, provenienti da regioni dove consumismo e futuro sono realtà solo per sentito dire, sono appagati dal solo fatto di potersi nutrire, di avere un tetto e un lavoro, uno qualsiasi, di avere la possibilità di curarsi (gratis) e, quindi, di trovarsi ad un livello accettabile di benessere.-
Un passo indietro, allora, può essere vitale: accettare quei posti di lavoro oggi esclusivo appannaggio di extracomunitari può essere un inizio, può dare l'opportunità di uscire finalmente dalla casa paterna, di combattere la propria battaglia per una società etica e di procreare senza la paura della mancanza del superfluo.- Attenzione però, il legiferare su tanti comparti lontani, staccati dal sentire della gente, dalle intercettazioni giudiziarie (delle quali non ne importa proprio niente a nessuno) al federalismo bossiano (altro truce modo per affossare il Sud già affossato dalla menzogna unitarista e già sfruttato abbastanza dagli Agnelli piemontesi) tutto questo contribuisce ad approfondire il solco tra la “casta” ed i comuni mortali (che poi sono quelli che pagano le tasse , in qualche modo): una rivoluzione, ad esempio del sistema tributario, mettendo la famiglia al centro delle preoccupazioni del legislatore, sarebbe un primo passo per scongiurare il suicidio demografino del nostro amato e bellissimo Paese.- Che così rimane , nonostante tutto
Roberto Matera (Amor Omnia Vincit)
02/10/2010